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martedì 12 novembre 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​Il sollevamento dei mari e la Riforma dell’ONU

di Adolfo Santoro - sabato 02 marzo 2024 ore 08:00

Zio Paul e Zio Pabei
Zio Paul e Zio Pabei

Questo è l’appello che “Zio” Pabai e “Zio” Paul,due leader della comunità della nazione Guda Maluyligal nello stretto di Torres, hanno lanciato su Amnesty International: “Siamo nati in queste isole, sono le nostre madri, la nostra identità, ciò che siamo. Per migliaia di anni, le nostre famiglie guerriere hanno combattuto chiunque tentasse di portarci via le nostre terre. Ma ora potremmo perdere la lotta al cambiamento climatico”. Nelle loro comunità si usa la parola “Zio” in segno di rispetto. A causa del cambiamento climatico, il modo di vivere, i sistemi di conoscenza tradizionali, le pratiche culturali e le connessioni spirituali tramandate di generazione in generazione potrebbero essere interrotti per sempre. Lo stretto di Torres è un braccio di mare che si trova tra l’Australia e l’isola della Nuova Guinea; in esso si trovano le “Isole dello Stretto di Torres”, abitate da una popolazione vicina ai Papua. L’innalzamento del livello del mare sta erodendo le spiagge, distruggendo orti, siti sacri e cimiteri dove sono sepolti gli antenati, che hanno abitato quelle terre per migliaia di anni. “Zio” Pabai e “Zio” Paul hanno trascinato il governo australiano in tribunale perché, se non verrà intrapresa un’azione urgente, le isole dello Stretto di Torres diventeranno inabitabili e la comunità nativa scomparirebbe. L’indirizzo di Amnesty per esprimere il sostegno alla loro lotta è https://www.amnesty.it/appelli/firma-per-zio-paul-e-zio-pabai/.

Il livello degli Oceani è salito, dal 1880, di oltre 20 cm e ogni anno aumenta di 3,2 mm.Una ricerca pubblicata il 15 febbraio 2022 mostra che l’aumento del livello del mare sta accelerando e si prevede che raggiunga i 30 cm entro il 2050. La “National Oceanic and Atmospheric Administration” (NOAA) prevede per i prossimi 30 anni un aumento pari a quello registrato nell’ultimo secolo. Numerosi sono gli Stati-isola che rischiano la scomparsa: Tuvalu, Kiribati, Maldive, Hawaii, Figi, Samoa, le Marshall.

Tuvalu è una striscia di terra tra le Hawaii e l’Australia, ampio 26 km² con 11.000 abitanti. Secondo il “Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite” (Ipcc), entro il 2050 il 50% della capitale sarà sommersa da inondazioni quotidiane ed entro il 2100 il suo territorio sarà sommerso per il 95% a causa di allagamenti di routine; l’Australia si è accordata con Tuvalu per accogliere e offrire il diritto di cittadinanza ai tuvaliani minacciati dall’innalzamento delle acque oceaniche.

Un gruppo di piccole nazioni insulari (Tuvalu, Antigua e Barbuda, Bahamas, Niue, Palau, St. Kitts e Nevis, St. Lucia, St. Vincent e Grenadinee Vanuatu), minacciate dall'innalzamento del livello del mare, ha denunciato i Paesi ad alte emissioni presso il Tribunale internazionale per il diritto del mare (ITLOS), che si trova ad Amburgo (Germania): la causa è stata intentata dalla Commissione dei piccoli Stati insulari sui cambiamenti climatici e il diritto internazionale (COSIS). Il COSIS sostiene che la maggior parte dei Paesi è obbligata a proteggere l'ambiente marino in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, anche dalle emissioni di gas serra; il Tribunale valuterà se le emissioni di CO2 assorbite dal mare debbano essere considerate inquinamento marino e quali obblighi abbiano le nazioni per proteggere l'ambiente marino ed emetterà la sentenza quest’anno.

A ciò si aggiunga che tra gli “Stati insulari in via di sviluppo (Sids)”, che hanno partecipato alle ultime due Cop, c’è il gruppo dei “Great Ocean States”, che conta 39 membri e 18 associati.

È bene però ricordare che l’innalzamento delle acque marine riguarda, oltre a megalopoli, come la capitale dell’Indonesia o della Florida, Venezia, Genova, anche tutto il bacino del Mediterraneo e le città costiere della Toscana. Il Sea Level Change Team della Nasa ha realizzato la prima mappa interattiva, con una simulazione dal 2020 al 2150, sull’innalzamento dei mari: https://sealevel.nasa.gov/ipcc-ar6-sea-level-projection-tool

L’innalzamento del mare è dovuto allo scioglimento dei ghiacci dei poli, oltre che all’aumento della temperatura dei mari (l’acqua calda occupa più spazio) e allo scioglimento dei ghiacciai. L’estensione del ghiaccio marino antartico al 20 febbraio 2024 era di 1,99 milioni di chilometri quadrati (768.000 miglia quadrate). Il CNR ha dichiarato che il ghiaccio marino artico si sta riducendo sia in estensione che in spessore a una velocità senza precedenti; si riduce così l’estensione dello schermo bianco che riflette energia termica nello spazio.

Di fronte a queste urgenze l’unica sede adatta a prendere misure risolutive è l’ONU, la cui scarsa efficacia è però nota: da decenni si invoca una Riforma e il nodo di cambiamento (sostenuto, oltre che da papa Francesco, anche dal presidente del Consiglio di Sicurezza, Dennis Francis) è la riforma del “Consiglio di Sicurezza”. Questo Consiglio ha cinque membri permanenti con diritto di veto: i vincitori della seconda guerra mondiale; tre di loro rappresentano l’imperialismo d’Occidente (Gran Bretagna, Francia, USA), due l’imperialismo d’Oriente (Russia e Cina). L’ONU è “paralizzato” da questi Stati, come quotidianamente viene riproposto dalle deboli risoluzioni proposte dall’ONU nelle guerre imperialistiche intentate da trent’anni a questa parte. L’ONU è afflitto da problemi politici, a loro volta condizionati da aspetti finanziari e da aspetti etnici.

Ma tutta questa problematica è riconducibile all’immaturità dell’uomo nei suoi aspetti etici: soltanto l’uomo eticamente fondato può por fine alle guerre, può estendere a tutti gli esseri la fratellanza antropocentrica del Padre Nostro del Vangelo o del Sangha dei monaci buddhisti.

Per Howard Gardner nell’uomo non c’è un solo tipo di intelligenza misurabile con il test del QI, ma ci sono diverse intelligenze che si manifestano con gradi diversi nelle persone. Le intelligenze che manager e politici dovrebbero aver sviluppato per affrontare le tre grandi sfide del futuro - le nuove tecnologie, la globalizzazione e la diversità – sono cinque: la mente disciplinata, la mente che sintetizza, la mente creativa, la mente rispettosa e la mente etica. Ma la società e la politica si basano sulla competitività e sul profitto: i politici non vengono formati all’intelligenza, ma vengono scelti da elettori poco intelligenti. Ne consegue che al potere ascendono persone con problematiche intergenerazionali, culturali e personali irrisolte nel loro passato, che costituiscono un rumore di fondo che disturba la relazione autentica. Il potere è guidato da persone poco sagge che fanno parte del problema più che della soluzione: il loro è un dialogo tra sordi. Per Martin Buber “la relazione è reciprocità” e, senza reciprocità, non può esserci dialogo, non può esserci riconoscimento dell’altro, non può esserci relazione IO-TU, senza pregiudizi, né ipocrisie, né diritti di primogeniture.

La riforma dell’ONU verso il superamento della primogenitura e a favore dell’uguaglianza, si baserebbe sui bisogni degli ultimi: il diritto di veto nel Consiglio di sicurezza dovrebbe essere esercitato non dai vincitori della seconda guerra mondiale, ma dagli Stati che rischiano l’estinzione per aggressioni imperialistiche o per aggressioni contro la Natura. “Zio” Pabai e “Zio” Paul e tutti gli altri “Zii” del mondo troverebbero posto nell’ONU riformato!

Adolfo Santoro

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