Relazioni che fanno male al cuore
di Federica Giusti - venerdì 20 novembre 2020 ore 10:55
In questi giorni ho avuto modo di rivedere alcune scene di un famoso film di Scola degli anni ’70: Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) con la Vitti, Mastroianni ed il nostro amatissimo e toscanissimo Giancarlo Giannini. È una classica commedia all’italiana: due innamorati e il… terzo incomodo! A Giannini spetta proprio il ruolo del traditore che si prende gioco dell’amicizia e non si fa problemi ad amoreggiare con la fidanzata altrui. Un film che fa riflettere, unendo una parte più leggera ad una più introspettiva.
I triangoli amorosi, i tradimenti, le prese in giro, le squalifiche. Temi attualissimi anche 50 anni dopo.
Non tutte le relazioni, infatti, sono positive. Non tutte le relazioni hanno il potere di farci stare meglio e farci sentire sostenuti ed accolti. Ci sono relazioni che possono ferirci, possono farci male al cuore.
Sto parlando delle relazioni tossiche, ossia di quelle nelle quali uno dei due partner mette in atto comportamenti nocivi e dannosi nei confronti dell’altro da un punto di vista non solo fisico, ma anche e soprattutto emotivo.
Ne stavo parlando una domenica pomeriggio con un’amica e stimatissima collega, la dott.ssa Chiara Testi, che si occupa principalmente di relazioni tossiche. Le ho chiesto di spiegarmi meglio questa dimensione relazionale, e mi ha indicato alcuni elementi sui quali dobbiamo focalizzare la nostra attenzione, alcuni atteggiamenti da osservare con cura:
-se e quanto il partner è prevaricante nei nostri confronti, ossia se la relazione è o meno gerarchicamente strutturata (uno comanda, l’altro no, per dirla in parole semplici);
-se tende spesso a screditarci, a metterci in ridicolo, quindi, a squalificarci;
-se noi tendiamo a giustificare ogni sua azione negativa nei nostri confronti dicendoci che è colpa nostra e delle nostre mancanze (per esempio, giustifichiamo un tradimento subito dicendo che lo abbiamo meritato perché non lo abbiamo considerato troppo);
-se è spesso bugiardo e manipolatore nei nostri confronti, e tende ad attivare il nostro senso di colpa;
-se è possessivo e ci spinge ad interrompere rapporti con la famiglia piuttosto che con gli amici;
-se tende a boicottare i nostri successi, minimizzandoli.
Questi sono alcuni campanelli d’allarme ai quali bisogna fare attenzione. Ovviamente la presenza di alcuni di questi in un dato periodo non è sinonimo certo di essere all’interno di una relazione tossica, ma se abbiamo riscontrato tutte queste caratteristiche, allora forse è il caso metterci un po' in discussione e capire meglio la nostra posizione all’interno della relazione stessa.
Chiara mi ricorda quanto sia difficile riuscire ad uscire da queste relazioni da sole. È necessario farsi aiutare. Sicuramente dalla famiglia e dagli amici, ma talvolta è fondamentale ricorrere ad uno specialista.
Come da ogni dipendenza, si può uscire da una relazione tossica solo se si riesce a non avere più contatti con il partner, onde evitare di cadere in quello che, in gergo psi, si chiama ricattura, ossia tutti quegli atteggiamenti messi in atto dal partner per ricondurci a sé, dal dire che è profondamente innamorato di noi, a fingere di stare male o avere problemi, attivando così il nostro senso di colpa. Lasciare il partner E riprendere in mano la propria vita, lasciare il partner E’ riprendere in mano la propria vita, perché, come sottolinea più volte Chiara durante la nostra chiacchierata -rigorosamente a distanza, in tempi di lockdown!- non si riparte da zero, si riparte da sé!
Tutto questo, in una relazione terapeutica è possibile affrontarlo ed è possibile imparare a gestirlo. Non è semplice ma lo si può fare. Perchè, se è vero che di relazioni ci si ammala, è altrettanto vero che di relazioni si guarisce!
Federica Giusti